di Alessandro Ambrosini
E’ quasi l’alba quando le macchine degli uomini della Dia di Roma si dirigono silenziose verso i loro obiettivi. Sono come i cacciatori che si avvicinano a una preda pericolosa, letale. Sono macchine con dentro nomi e cognomi che hanno lavorato notte e giorno, per anni, su un nome o su un volto. Dietro ai “mephisto” calati sul volto, dietro alla pistola d’ordinanza con il proiettile in canna, dietro a ogni sguardo c’è un pezzo di vita lasciato sulla strada o in qualche sala intercettazione. Tutto per poter dire che, anche oggi, il loro lavoro ha avuto un senso. Continua a leggere “Operazione Old Cunning, fotogrammi di un malato terminale: Roma”