Mafia Capitale, lo sfogo di un imputato: “Accusati di mafiosità da quello Stato che da giovani volevamo sovvertire”
di Beatrice Nencha
Quando alle 15.50 di giovedì scorso le agenzie iniziano a battere freneticamente le prime richieste della Procura della Repubblica nei confronti dei 46 imputati del processo Mafia capitale, l’aula bunker di Rebibbia è già piombata in un silenzio spettrale, come mai finora in questi lunghi 16 mesi di udienze celebrate a tambur battente grazie soprattutto alla fermezza (e stoicità) della presidente della X sezione del tribunale di Roma, Rosanna Ianniello. Nessun mormorio, nessuna imprecazione o improvvisa reazione emotiva, almeno apparentemente, trapela nei visi degli imputati, tesi da inizio giornata, o in quelli dei loro avvocati. Molti dei quali, già dall’esordio dei controesami di Salvarore Buzzi e di Massimo Carminati, avevano fiutato la malaparata e avevano deposto i sorrisi smaglianti sfoggiati nei primi mesi di udienze. Continua a leggere “Mafia Capitale, lo sfogo di un imputato: “Accusati di mafiosità da quello Stato che da giovani volevamo sovvertire””