Caro Maniero, la verità non accetta patteggiamenti

 

2018-04-15_001425

di Alessandro Ambrosini

Affluenza di pubblico inaspettata quella avvenuta ieri pomeriggio a Bassano del Grappa per il convegno che invitava a gettare la maschera a quello che fu il primo ed unico boss mafioso del Nord Italia, Felice Maniero. Quattro relatori e un moderatore che hanno dato libero sfogo a decenni di perplessità, di misteri, di punti di domanda che sono rimasti sino ad ora quasi completamente senza una risposta ufficiale.

Una squadra inaspettata e forse fuori dagli schemi dei soliti convegni, più patinati che densi di contenuti. Da Enzo Bordin, decano dei cronisti padovani che tra giudiziaria e nera ha visto tutta l’epopea della Mafia del Brenta, a Monica Zornetta giornalista e scrittrice del libro che forse ha più fotografato le decadi di potere di Felice Maniero ( La resa), Marco Milioni un giornalista abituato a “spaccare in quattro il capello” dell’informazione con precisione chirurgica, il sottoscritto che da anni segue e insegue i movimenti dell’ex boss e Diego Neri, punto fermo della cronaca nera vicentina e ieri nei panni di un preciso e arguto moderatore.

Pezzi di storia quelli che si sono riannodati, pezzi di verità che sono rimasti sempre incastrati tra le “chiacchiere da bar” e le facili classificazioni dietrologhe. E per questo relegate a fantasie. Ma fantasie non lo sono più. I tempi cambiano e cambiano anche i modi di approcciare le notizie, cambia il modo di fare inchiesta, cambia modo di vedere l’informazione per come, a volte, ci viene presentata. Ed è proprio per quest’ultimo punto che è nato questo convegno, e forse ne nasceranno altri sullo stesso argomento in altre città venete, la necessità di un informazione precisa e libera da “influenze” che possono essere editoriali o di altro genere. Non è un mistero, infatti, che l’intervista di Felice Maniero al gruppo Finegil ( Il Mattino, La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso, Il Secolo XIX, la Stampa ed altri) sia stato il motore pulsante per l’iniziativa di ieri. Un motore che ha girato controcorrente rispetto alle narrazioni “a copione” di Felice Maniero. Un motore che ha portato verità provate nere su bianco rispetto alle parole “fumose” dell’ex boss e ora imprenditore “di fallimenti”. Verità che spiegheremo punto su punto con carte alla mano in questo blog.

Ieri non c’era paura in quella sala. Ieri in quella sala c’era consapevolezza, c’era curiosità, c’era voglia di sapere oltre a ciò che Maniero, o Luca Mori, ha cercato per decenni di raccontare nelle sue interviste-farsa. C’era il motivo per cui ognuno di noi, che crede nella verità come motore per essere uomini liberi, ogni giorno cerca di mettere un tassello in più in questo puzzle che è la storia italiana.

Non si cerca la condanna di qualcuno nelle nostre azioni. Si cerca di ridare dignità alla parola verità, perché è una parola che non accetta patteggiamenti.

2 pensieri su “Caro Maniero, la verità non accetta patteggiamenti

  1. Vorrei premettere una cosa, prima di fare le mie considerazioni, ho vissuto in quel contesto criminale per troppo tempo dico oggi, e non è certamente una rivalsa, dell’odio, nei confronti del Maniero, che mi farà dire ciò che scriverò, ma il modo con cui un piccolo statino ha acconsentito a quel personaggio di fare, e disfare , come meglio a creduto, o meglio dire; si e preso gioco di tutti, sapendo che in quel momento, ex antimafia di allora, spudoratamente, perché bisogna essere spudorati, nel acconsentire una prostituzione del genere, si certo le marchette, come fanno le prostitute che si offrono al cliente di turno, per i soldi, ma invece dei soldi, molti, moltissimi, (chiedo scusa del termine). Io ho vissuto in prima persona quei tempi, così come ho partecipato, sistematicamente a quasi tutte le vicende di quei tristi giorni, per poi perdermi definitivamente.
    In un piccolo mio intervento telefonico, il giorno del convegno, ho detto che Felice lui, ha gestito i magistrati di allora, lui, si è preso gioco di tutti, ma diciamolo con il suo vero nome, con la collusione di quei Magistrati, perché, se non gli avessero concesso tutto ciò, oggi non staremmo qui a parlarne. Io mi auspico che un giorno mi si darà l’opportunità di dirle pubblicamente le cose, ma non per una sorta di rivalsa, io non odio più nessuno, ma quello che più mi far star male, che delle persone in questo momento sono condannati alla pena dell’ergastolo anche con la complicità di certi individui, che indossano la toga, quella toga così importante, che dovrebbe, in qualsiasi momento tutelare tutti vittime e carnefici, a prescindere, con un processo equo, non inficiato, da falsità, incongruenze, vistosissime, ma che per motivi oscuri quelle incongruenze sono state fatte passare con :non si ricorda molto bene ma se ci sono i riscontri per altri episodi, ciò significa che se non ci sono per altri, ma tutto sommato nel complesso reggono le accuse del Maniero!! Ecco cosa fu detto nei tribunali in quei giorni. Ribadisco, se un giorno mi fossa data questa opportunità dirò la mia con assoluta onestà, io non devo chiedere nulla a chicchessia, ho scontato le mie colpe, per l’uomo quantomeno, quelle giudiziarie, altro è oggi il mio scontare, ma quello è mio, e basta. Manca Giampaolo Manca condannato in via definitiva, per gran parte die reati ascritti alla Mafia del Brenta.

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  2. Solamente 1000 & 1000 noiosissime congetture senza uno straccio di prova. Non c’é il coraggio di andare sino in fondo, peccato.

    Buona giornata.

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