Morto Enrico Nicoletti, il cassiere della Banda della Magliana. Insieme a lui, alcuni misteri della Repubblica, rimarranno tali

Era stato rappresentato in Romanzo Criminale come “er secco”, un viscido colletto bianco pronto ad investire i soldi della banda del Libanese. Nella realtà, Enrico Nicoletti, deceduto oggi in una clinica romana all’età di 84 anni, era stato il cassiere della Banda della Magliana. Da ex carabiniere a riciclatore instancabile per ogni tipo di organizzazione criminale.

“Un uomo che ha rappresentato un momento importante dell’attività di collateralismo alle organizzazioni criminali per massimizzarne i profitti, attraverso articolate attività di riciclaggio. Era il collettore di più mondi criminali, con collegamenti indubbi con la politica e la pubblica amministrazione. Chiaramente aveva un tasso criminale molto elevato. Negli ultimi tempi si era improvvisamente eclissato”. Così all’Adnkronos il magistrato Otello Lupacchini, che a lungo ha indagato sulla Banda della Magliana, commenta la morte del ‘cassiere’ del sodalizio criminale romano, Enrico Nicoletti. “Con lui – prosegue – muoiono probabilmente segreti che si porterà dietro per le attività che ha compiuto, a partire dall’intervento che ebbe nell’ambito del sequestro Cirillo per il pagamento del famoso riscatto. E tanto altro. Aveva rapporti con tutti – racconta Lupacchini – con la ‘ndrangheta, con i napoletani, con la Banda della Magliana e associati. Una volta – racconta – riuscì nell’impresa di mettere intorno ad un tavolo i capi di camorra, mafia, ‘ndrangheta e Magliana”. “L’ho interrogato diverse volte. Un tipo arrogante. Un giorno, nel corso di un interrogatorio pretese che gli venisse offerto un tè e si lamentò della scarsa qualità dei pasticcini”, conclude.

Lascia un commento