SCACCO MATTO AL RE “NERO”. Dalla Dia al Ros, un’inchiesta nata zoppa/parte 2

di Alessandro Ambrosini

Sono otto fermate. Da Re di Roma a Lepanto, chilometri di metropolitana che sgusciano come serpenti nel ventre della Capitale. Flussi di persone, volti, storie che si perdono oltre i tornelli per salire o scendere come formiche da scale mobili su cui gocciola acqua sporca. E’ tardi. Non ho tempo di guardarmi intorno, devo scendere veloce per prendere la prima metro che arriva. La sento. Non dal rumore ma dal vento gelido che la preannuncia sulla banchina strapiena di scolaresche in gita e frementi impiegati che si dirigono nelle parti nobili della città. Mi aspetta il “Magistrato” (lo chiamerò così per discrezione), il mio “mentore” nella giungla del crimine, il mio garante nell’intricato mondo della giustizia. Un vero esperto del settore in cui ha operato Carminati per anni, la Banda della Magliana. Devo intervistarlo,nessuno meglio di lui conosce quei mondi, quei codici non scritti in cui si attorciglia la mala romana.

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